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Woman in black - 2008

Woman in black - 2008

10 elementi - digital print © 2008 Marzia Cusimano

Woman in black - 2008

Woman in black - 2008

digital print © 2008 Marzia Cusimano

WOMAN IN BLACK 2008 

DECLINANDO IL  CORPO

 

Il corpo – il proprio corpo – come prioritario ed elettivo strumento d’espressione.

L’urgenza giovanile di dar forma a un irrequieto immaginario, la ferma volontà di auto-analizzare (e far affiorare, “carsicamente”) le componenti più riposte della personalità, l’esigenza di ricercare un adeguato “inquadramento” tecnico ed estetico all’interno d’un ben preciso percorso di ricerca sono alcune delle principali motivazioni alla base degli attuali ideare e agire artistici di Marzia Cusimano.

L’adozione di modalità performative (e quasi coreografico-teatrali) in associazione col ricorso allo strumento fotografico ha infatti consentito alla giovane artista palermitana un approfondito scavo autoconoscitivo nel profondo di se stessa e al contempo una significativa estroflessione del dato intrapsichico, con la conseguente e immediata cristallizzazione degli stessi – almeno formalmente –  in un eternato e definitivo “hic et nunc”.

Una scelta – quella dell’esibita indagine sulla propria corporeità – che si inscrive in un perimetro linguistico ormai consolidato da decenni e che fa del totale abbattimento del limite fra l’oggetto della rappresentazione e il soggetto che tale rappresentazione pone in essere il suo connotato saliente ed esclusivo.

Coerentemente, dunque, con quanto in atto nelle arti visive occidentali da almeno centocinquant’anni (ovvero dal superamento dei vagheggiamenti idealistici di matrice neoclassica, intenti a rilanciare un “canone” corporeo dalle finalità fortemente normative e codificatorie), Marzia Cusimano ha di fatto optato per una personale declinazione corporale che, pur rientrando – come detto – in un ambito già ampiamente esplorato, si contraddistingue tuttavia per la sua spontanea “disomogeneità” rispetto a qualsivoglia orientamento linguistico di tipo unificante (e quindi riconducibile a un paradigma di riferimento “universale”, che valga tanto per gli artisti, quanto per i fruitori delle opere d’arte), così facendo della propria soggettività (non solo ideativa, ma innanzitutto fisica) un mezzo assolutamente personale di autoesplorazione e poi di rappresentazione dell’io profondo.

Sfrangiata in una molteplicità di variabili espressive, la corporeità scandagliata dall'artista si pone – per tanto – come interessante e plausibile punto di osservazione sulla condizione esistenziale umana (e soprattutto giovanile) nel complesso travaglio della contemporaneità.

Dualisticamente oscillante fra opposti speculari – si guardino i bendaggi che imprigionano il volto dell’autrice nella sequenza In trappola, in cui però il senso di ingabbiamento, esaltato anche dal bianco e nero, non riesce a piegare il perforante colore verde delle iridi –, o ancora tutta virata verso impianti mimici di esasperata (e fattivamente espressionistica) espressività – negli scatti di Woman in black, nei quali prevalgono dinamiche fortemente liberatorie di tipo “dionisiaco”, quasi a rimarcare una reattiva esigenza di estroflessione delle dinamiche interiori rispetto ad un contesto vissuto come troppo vincolante –, e infine esplicitata in una sofferta sfera dell’Eros – come attestato dalle posture contratte e rattrappite, nonché dalla parziale e mortificante medicalizzazione con bende e garze, che contraddistinguono le disvelate nudità degli autoscatti –, l’attenta ricognizione dei nessi psiche-soma attuata dalla Cusimano si pone, quindi, quale indicatore e cartina di tornasole individuale, capace però di riflettere – con allarmante puntualità – un complesso di dinamiche di tipo decisamente più esteso e generale.

Un congruo fotografare le singole parti per giungere a inquadrare il tutto, a conferma di come, in un sistema relazionale al contempo altamente interrelato e tendenzialmente alienante quale l’attuale, lo “hic et nunc” riguardante ogni monade possa fungere da valido paradigma di riferimento per una più ampia comprensione dell’intero insieme.

SALVO FERLITO

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